Creating and Making for a better world

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Creare e Costruire per un mondo migliore

Wednesday, December 14, 2011

La paura del fare

L'essere umano nasce incapace di fare e riceve assistenza in tutti i suoi bisogni dai genitori. Pertanto la prima cosa che impara e` il chiedere, esprimendo i suoi bisogni per ottenerne la soddisfazione da parte di altre persone. A giudicare da come anche l'adulto rimane preda dell'incapacita` di fare da se, si puo` concludere che tale attitudine e` la piu` difficile da modificare e cosi` si continuano a sviluppare illimitatamente le doti che consentono lo sfruttamento altrui, quali la manipolazione verbale, lo scambio di favori, l'appropriazione del surplus prodotto da altri, la creazione di bisogni fasulli e tali da giustificare la propria esistenza di nullafacente e tutta una serie di lavori o pseudo lavori che non producono assolutamente nulla ma si limitano puramente al controllo e del lavoro fatto da altri.
Tale perverso meccanismo, cosi` enormemente diffuso nella societa`da venir considerato la norma, e` all'origine di tutte le inefficienze sociali e si identifica nell'atavica, congenita e inevitabile "paura del fare" aquisita in tenera eta` da tutti i bambini.
Infatti, se fossimo tutti avidi ed impavidi di fare, potremmo trarre le nostre soddisfazioni quotidiane dalla trasformazione di materia prima in prodotti per il nostro uso personale anziche` destreggiarci nell'uso piu` o meno pulito della lingua per ottenere il lavoro ed i prodotti altrui.
Fortunatamente, attraverso metodi educativi opportuni, alcuni di noi acquisiscono la capacita` ed il piacere del fare, usualmente assieme ad un minor interesse nella comunicazione verbale a scopo manipolativo.
Ma purtroppo, una gran parte di noi viene costretta al fare da parte del resto della societa` che ha maggiormente sviluppato le arti sociali manipolatorie.
Ovviamente il fare produce piacere intrinseco solamente se e` spontaneo e non quando risulta da costrizione. Cosi avviene che il fare diventa sinonimo di costrizione ed assume ulteriore connotazione negativa tra i piu` che vedono il non fare come un traguardo sociale da raggiungere.
Un'altro problema del fare origina dal rischio di sbagliare, infatti solo chi cerca di costruire, dovendo imparare, e` soggetto allo sbaglio. Gli altri, quelli che invece manipolano la produttivita` altrui non sono direttamente imputabili in caso di errore in quanto trovano sempre una circostanza esterna che li giustifica ed esclude, non ultimo l'errore fatto proprio da chi produce.
Tutto cio` comporta il degrado delle potenziali capacita` concretamente creative individuali e produce un impoverimento sociale, una superficializzazione dell'umanita` che diventa sempre piu` incapace di fare e sempre piu` individui vengono spinti dal sistema alla ricerca di metodi di sfruttamento altrui anziche di virtu` produttive e creative intrinseche.
Va da se che l'inattivita` creativa degrada anche la psiche inserendo l'umanita` in una spirale che la sta portando a velocita` esponenziale verso l'autodistruzione per incapacita` di produttivita` creativa individuale.

Saturday, December 3, 2011

La riduzione del peso sociale

La societa` umana sembra avanzare di questi tempi tra difficolta` sempre piu` pesanti.
Anche se in epoche passate si era sopravissuti a secoli di guerre, epidemie di peste, rivoluzioni culturali, guerre mondiali e genocidi, continuiamo a sentirci sull'orlo del baratro con l'aggravante che, trattandosi di una crisi globale, non c'e` nessun posto in cui cadere e nessun posto in cui rifugiarsi perche` stiamo distruggendo il nostro pianeta a cominciare da noi stessi.
Cio` che sta succedendo non puo` essere compreso appieno se non guardando all'insieme degli elementi coinvolti, che va ben al di la` delle finanze mondiali. C'e` molto di piu` in ballo.
Tale insieme va visto inoltre non solo come immagine istantanea della situazione odierna, che i governi mondiali riescono ad espadere al massimo su orizzonti temporali di pochi mesi, ma va osservato nella scala dei cambiamenti climatici, geologici e della biosfera, cioe` dalle decine di migliaia ai milioni di anni. Solo cosi` si potra` capire il vero costo delle nostre scelte di oggi, il vero peso della societa` umana odierna sul nostro pianeta.
Tale immagine richiede di riconoscere innanzitutto qual'e` l'origine della vita: il Sole.

E` dal sole che la vita viene alimentata da milioni di anni sotto forma di energia.
Tale energia arriva sulla Terra e si trasforma in molte varieta`, alcune delle quali vengono raccolte biologicamente dagli esseri viventi per tempi piu` o meno lunghi e poi, alla loro morte, vengono immagazzinate in strati geologici sotto forma di carbone, petrolio e gas naturali.
Tutti crediamo di sapere che il consumo di energia e` eccessivo, ma pochi hanno una chiara percezione del fatto che l'uso della loro automobile, frigorifero, condizionatore e la costruzione dei vari prodotti che consumiamo nella nostra breve vita hanno costi e tempi reali di produzione di varie migliaia d'anni in quella catena di trasformazioni naturali che li hanno creati a partire dall'energia fornita dal Sole.
Se all'inizio della rivoluzione industriale sembrava merviglioso di poter produrre e consumare illimitatamente, oggi la crescita demografica e l'ambizione di trasferire tali ritmi di consumo ad ogni essere umano hanno reso chiaro che le risorse accumulate durante le ere geologiche sono ben lontane dall'essere sufficienti.
Appare finalmente chiaro che il meccanismo di crescita globale illimitata, tanto caro agli economisti oggi al potere mondiale, sta entrando in crisi.
Si tratta di una crisi mascherata da trucchi finanziari e di potere, ma molto piu` profonda della banale crisi economica con cui veniamo rintronati quotidianamente, una crisi che coinvolge l'essenza vera del consumo cioe` l'energia disponibile.
Chi sta godendo dei benefici temporanei del consumismo cerca in tutte le maniere di correre ai ripari e non capisce che le sempre piu` frequenti crisi economiche non sono dovute alle incapacita` di questo o quel governo, ma alla soglia del cambiamento su cui ci stiamo affacciando. Una soglia intrinseca al sistema globale in cui siamo sempre vissuti; non quello meschino e microscopico dell'economia e finanza "globali", ma quello ben piu` potente ed insormontabile delle leggi fisiche, da sempre avulse agli economisti, che si applicano globalmente ed inesorabilmente al minuscolo pianeta che stiamo affollando e di cui stiamo sfruttando all'osso le riserve prodotte in centinaia di migliaia d'anni.
Cerchiamo allora di osservare piu` nel dettaglio questo meccanismo di crescita globale.
L'energia arriva dal Sole, si immagazzina nei combustibili fossili durante tempi lunghissimi e viene estratta e consumata in tempi brevissimi per la creazione di prodotti di consumo con il triplice scopo di soddisfare bisogni fasulli delle masse di popolazione, dare qualcosa da fare alle masse suddette e consentire ad una minoranza di pochissimi di godere dell'eccesso prodotto dalle masse stesse.
Lo spreco intrinseco in tale sistema poteva essere tollerato agli inizi della rivoluzione industriale quando i rapporti tra il tempo di accumulo ed uso dell'energia e quello tra i produttori e gli utenti dello spreco erano simili.
Purtroppo per il nostro pianeta, tali rapporti non sono piu` simili in quanto il numero di utenti del consumo sta incrementando esponenzialmente arrivando alla fine delle risorse accumulate.
Quali sono gli anelli della catena del consumo che si stanno inceppando ?
La crescita della popolazione e l'ambizione di tutti a raggiungere lo stesso stato di benessere, erroneamente identificato in un livello di consumo elevato e sempre crescente.

Come correggere tali errori ed evitare l'inceppamento delle catene, molto piu` importanti, che consentono la vita sul pianeta ?

Riducendo i consumi, riducendo la popolazione e migliorando l'efficienza nell'uso dell'energia.
Bisogna quindi andare verso una riduzione e non verso una crescita globale.
Questo e` il cambiamento che ci aspetta, che lo vogliamo o no.
Il punto e` se saremo capaci di effettuarlo in modo adeguato e, addirittura, in modo soddisfacente e piacevole, oppure se tale cambiamento ci arrivera` addosso in modo catastrofico ed incontrollato.

I giochini della finanza e dei governi che tengono cosi` occupate le masse sono purtroppo reazioni totalmente insufficienti, miopi ed inutili che ci distraggono dal vero obiettivo: la riduzione del peso sociale sul mondo attraverso la riduzione dei consum, una riduzione da effettuare possibilmente in modo pacifico e controllato.

Noi crediamo che tale cambiamento di rotta sia possibile, e spiegheremo come.